Progressione della malattia e sopravvivenza dei pazienti con linfonodi positivi dopo prostatectomia radicale


Nel tumore alla prostata, il coinvolgimento dei linfonodi regionali è associato ad una prognosi non favorevole.
L’obiettivo dello studio, compiuto dai Ricercatori dell’Università di Berna in Svizzera, è stato quello di verificare se la prognosi fosse infausta anche in presenza di micrometastasi nei linfonodi.

Tra il 1989 ed il 1999, 367 pazienti con carcinoma prostatico sono stati sottoposti ad una meticolosa dissezione dei linfonodi pelvici e a prostatectomia radicale.
Nessuno dei pazienti ha ricevuto terapia adiuvante.

Il 25% ( n=92 ) dei pazienti ha presentato metastasi a livello dei linfonodi.

Il periodo osservazionale è stato in media di 45 mesi (range: 13-141). L’analisi è stata effettuata sui dati di 88 pazienti , con follow-up superiore ad 1 anno.

Un totale di 19 pazienti è deceduto a causa del tumore alla prostata; di questi 16 avevano più di un linfonodo positivo.

Dei 39 pazienti a cui è stato riscontrato solo un linfonodo positivo, 15 non hanno presentato segni clinici o biochimici di progressione della malattia.

Solo pochissimi pazienti tra coloro che avevano 2 o più linfonodi positivi sono rimasti liberi dalla malattia ( 2 e 4 , rispettivamente).

Secondo gli Autori la dissezione dei linfonodi, particolarmente meticolosa, ha permesso di evidenziare un’alta incidenza di metastasi ( 25% ).
Nei pazienti con linfonodi positivi, il tempo di progressione è risultato significativamente correlato al numero di linfonodi con metastasi.

Alcuni pazienti con malattia metastatica minima sono rimasti liberi da recidive di PSA ( antigene specifico prostatico) per più di 10 anni dopo la prostatectomia, senza essere sottoposti ad un trattamento adiuvante.

Bader P et al, J Urol 2003; 169:849-854


Uro2003


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